Napoli in 11 ore: "Galeotto fu il caffè..."

Dicembre.

Partendo da questo desiderio espresso da Michele, appunto quello di un buon caffè, è nata la nostra fuga a Napoli.. per un giorno.
 
Sfruttiamo il volo delle 8 ed un rientro delle 21 et voilà, la gita fuori porta è servita.
 
Ci immedesimiamo in tre bambini volenterosi di lasciarsi tutto alle spalle: pensieri, angosce, timori, riflessioni, almeno per 11 ore, la durata della nostra sosta.
 
Ci divertiamo fin dall’arrivo, i Napoletani sono bravissimi nello sfruttare la debolezza dell’amministrazione o dello stato o spesso anche del privato a proprio comodo; usciti dall’aeroporto ecco navette con personale che ti propone il trasferimento al medesimo prezzo di quelle “ufficiali”, con il grande valore aggiunto della tempestività e dell’immediatezza… vuoi mettere?
 
Pronti, via! E già siamo immersi e sommersi dal classico clima di festa e fatalismo, tipico di questa parte di mondo.
 
Sentiamo la necessità di avvicinarci ad una dimensione più umana, più nostra.
In un momento storico in cui si parla sempre più di cambiamenti, di “disumanità”, che si ravvede non solo nell’incessante avanzare tecnologico ma anche nei rapporti interpersonali, trovo davvero commovente il nostro comune desiderio di ritorno al culto dell’anima e dei Morti.
Sono ore intense, tra odori profumi colori, sorrisi in quello che era il luogo di sepoltura dei morti nell’età greco romana; in questo quartiere, solo nel XVII secolo si ebbe l’urbanizzazione e nel XVIII secolo le sue strade diventarono il percorso che la famiglia reale utilizzava per raggiungere la Reggia di Capodimonte dal centro della città. Purtroppo però il Ponte della Sanità, costruito per agevolare il percorso tortuoso, di fatto emarginò, isolò gli abitanti creando terreno fertile per situazioni di criminalità e degrado che hanno travolto anche i monumenti e gli edifici storici. Dall’anno 2000, poi, è stato avviato un importante processo di riqualificazione e valorizzazione del territorio e del patrimonio storico-artistico e umano del quartiere, tramite fondazioni, professionisti e associazioni.
Le catacombe di San Gennaro ci colpiscono molto, che grande emozione trovarsi di fronte al più importante monumento del cristianesimo a Napoli, è un'area cimiteriale sotterranea che risale al II-III secolo d.C. 
Bellissime e molto interessanti anche le Catacombe di San Gaudioso, visitabili ad oggi solo nella mattinata: qui Storia e Leggenda creano un mix suggestivo, in cui simboli cristiani e sepolture nobili convivono.
Ci è dispiaciuto tantissimo non poter visitare il cimitero delle Fontanelle: un vero e proprio ossario che accoglie circa 40.000 resti di persone, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836.
La Storia è affascinante e Matilde completamente rapita dal "culto delle anime pezzentelle": le ossa dei poveri, anonime e abbandonate qui, sono considerate un ponte tra l'Aldilà e la Terra, tra i Morti e i Vivi. Subito pensiamo all’idea dell’ aiuto reciproco tra poveri, che scavalca totalmente la soglia della morte. Secondo la tradizione, anche questi crani, le “capuzzelle”, sono in grado di esaudire delle grazie.
Siamo prossimi al Natale e la Chiesa trecentesca di S.Maria dei Vergini ci emoziona: qui fu battezzato S.Alfonso de’ Liguori, l’autore della famosissima canzone “Tu scendi dalle stelle”! E poi quanta bellezza nei magnifici palazzi barocchi dell’architetto napoletano Sanfelice, la sua residenza, e il Palazzo dello Spagnuolo, e poi i meravigliosi murales, espressioni vivaci e autentici di street art, a tutto tondo.
Ci spostiamo verso la Spaccanapoli, con una capatina al Duomo, immancabile per noi un omaggio a San Gennaro: ma abbiamo fretta , siamo desiderosi di completare il nostro percorso del culto dei morti, ed ecco Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, conosciuto come il museo de ” ’e cape ’e morte”.  
Subito saltano all’occhio i preziosi marmi e il Teschio alato di Dionisio Lazzari, insieme a capolavori di Massimo Stanzione, Luca Giordano e Andrea Vaccaro ma l’autentica chicca, per noi, è rappresentato dall’ipogeo in cui ancora si pratica il culto rivolto a resti umani anonimi, che diventano speciali intermediari per invocazioni, preghiere, richieste di intercessioni.
Tante altarini, foto, un’atmosfera surreale non priva di magia e grande mistero.
Antonella è fantastica nel rappresentare, nel raccontare, ma anche nel raccontarsi, nel condividere aneddoti famigliari e culturali importanti, certamente comuni a una buona parte della popolazione napoletana, lontani “anni luce” dal nostro modo di vivere la condizione della morte e del distacco: purtroppo questi tempi pandemici hanno mostrato il lato più fragile del mondo occidentale, la totale incapacità di accettare la morte, la malattia…. Che cancella ogni differenza sociale, rendendo gli uomini tutti uguali.
Su questo aspetto ho riflettuto moltissimo in questi diciotto mesi, e penso che una piena consapevolezza e un po’ di fatalismo aiuterebbero tante Anime perse nella paura e nella solitudine.
Dopo queste tappe per certi versi cosi introspettive, ecco il colore e il calore dei Quartieri Spagnoli: ci perdiamo nei loro vicoli, i ragazzi ci indicano con orgoglio la strada per raggiungere i murales dei loro idoli: Maradona, Toto’, Lucio Dalla, Pino Daniele …
Sento il cuore in festa e la memoria riporta a … ”una vita fa” quando proprio qui un papà, il mio, non privo di timore, parcheggiava l’auto: ma erano sufficienti  le “raccomandazioni del caso” fatte a tutto il vicinato dal suo amico Pasquale detto il Taxista, per rasserenarlo e rincuorarlo: ecco poi l’immagine di una bambina mora mora, che su e giù per i gradoni, fa un gran baccano con le sue zoccolette rosse, appena acquistate al mercato di Porta Capuana ..
Questo è il nostro giorno a Napoli, e lo consiglio a tutti!!!
Un vero e proprio Viaggio nella cultura napoletana tra arte, fede, vita, morte.
Certamente abbiamo dimostrato il nostro spirito di Viaggiatori, per esserlo non occorre necessariamente sorvolare oceani….
Basta aprire sempre Cuore e Mente, non mi stancherò mai di ripeterlo… poi tutto il resto verrà da sè..
 
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Autore: Anna di Bona

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