Giappone 2018... I sogni son desideri....

11/18 Gennaio.

Eccomi con la partenza verso un Paese tanto diverso quanto affascinante, il Giappone.

Negli ultimi due/tre anni sta certamente facendo la parte del “leone” in termini di conferme prenotazioni, sia che si tratti di viaggi di piacere di coppia, di famiglia, sia che si tratti di viaggi di nozze.

Parto in un periodo non ottimale per la destinazione, anche se a Tokyo troveremo un cielo azzurro che ci sorprende e una temperatura che può essere considerata mite, mentre a Kyoto i -2/-6 gradi, si faranno ben sentire.

Il vettore è Alitalia, da Roma, la maggior parte dei miei colleghi è del centro-sud Italia, sono curiosa di provare la compagnia di bandiera per le 12 ore che mi dividono dalla prima tappa del viaggio, su cui nutro davvero grosse aspettative. 
Si rivela comodo, con un buon servizio, io come al solito dormo molto, quasi per l’intera durata del viaggio e questa so essere una grande fortuna.

Arrivati all’aeroporto di Tokyo, ecco il primo impatto: capisco subito che occorre avere un buon senso dell'orientamento, qui i trasporti pubblici, in "tutte le salse" regnano sovrani con una efficienza e puntualità ineguagliabili.

Il JAPAN RAIL PASS, che ci consentirà di effettuare il nostro programma visite sotto il profilo logistico, pertanto treni, metro, bus, va cambiato.
E' un documento fondamentale che va esibito ogni qual volta si intraprende una linea di “spostamento”. 

Per quanto mi riguarda e che comunque ho sempre consigliato ai miei clienti, si rivela provvidenziale il ruter preso in affitto, una connessione h24 per tutta la durata del soggiorno, che ci garantirà la comunicazione non solo con casa/ufficio ma anche con siti importanti per la gestione degli spostamenti in loco, come hyperdia.com.

Prendiamo il treno Narita Express per Shinjuku, il quartiere dove alloggeremo, molto vivo, lo trovo ottimo come ubicazione e anche il Gracery, un valido 3* con una buona e varia colazione. 

Si arriva ad Harajuku, utilizzando la Linea Yamanote (con JR Pass) per fare una prima full immersion nel quartiere più trendy della Capitale.
Takeshita Dori è piena di negozi di Cosplay e di moda giovanile estrema. Una passeggiata ci porta quindi alle vetrine di Omotesando, perfetto connubio tra moda e architettura: dove l'Oriente incontra l'Occidente attraverso i marchi del lusso.

Ci trasferiamo poi a Shibuya, utilizzando la Linea Yamanote (con JR Pass). 
Da non perdere il colpo d’occhio dall’alto sullo Shibuya Crossing, presumo sia uno degli incroci più famosi del mondo, dove centinaia di persone contemporaneamente attraversano l’incrocio allo scattar del verde. Le strisce sono poste in obliquo e quando le automobili si fermano, i pedoni si spostano in ogni direzione. Nelle ore di punta, si arriva anche a oltre tremila persone che attraversano contemporaneamente.
Penso sia diventato quasi un’attrazione turistica.
Presso la Stazione della JR si trova anche la famosa Statua di Hachiko, che ricorda il cane fedele che attese per anni il suo padrone ormai morto. 

Non nascondo che la stanchezza faccia parte ormai di noi, siamo in piedi da quasi 24 ore e non vediamo l’ora di approdare ad un ritorante di Shibuya per una cena a base di tempura.

Il giorno seguente viviamo una Tokyo più tradizionale: si prende la Linea Yamanote da Shinjuku a Okachimachi, nei dintorni della Stazione di Ueno. 

La prima tappa è rappresentata da l’Ameyoko Market, uno dei mercati più caratteristici di Tokyo: “Ame” sta per America, perché qui durante la Seconda Guerra Mondiale aveva sede il Mercato nero di Tokyo. 
Qui è possibile trovare tanti prodotti cosmetici di marche prestigiose a prezzi concorrenziali, oltre a dolciumi e vestiti.
Non mi faccio mancare la bottiglietta della Coca Cola, la prima di una con il bel pandino e la scritta Ueno: quando mi reco in un nuovo Paese, devo entrare in sintonia anche con lo shopping, si sa… 

La gradevole passeggiata prosegue verso il Tempio Sensoji, il più importante di Tokyo, riconoscibile per la grande lanterna appesa al portale Kaminarimon: il tempio fu costruito nel 628 ed è il più antico di Tokyo. 
Qui rimaniamo subito sorpresi dalla partecipazione della gente, tantissima e composta da un pubblico anche giovane, che si abbandona ai riti del caso.
Noto delle cassettine di legno, in cui sono contenute le “intenzioni" e delle file ben ordinate di persone che attendono il loro turno.

Intravedo un cilindro di alluminio che vien agitato affinchè venga fuori una matita, ora tocca a me e chiedo aiuto: sul loro fronte figura il cassettino in cui dovrei guardare l’intenzione/presagio che a me riserva "BAD FORTUNE”…faccio spallucce, la annodo e la posiziono insieme alle altre .
Mi considero una donna molto fortunata, nonostante vicissitudini spiacevoli che inevitabilmente fanno parte della vita e non sarà una cosa del genere a togliermi il sorriso o a indurmi a pensar male, chi mi conosce sa che il bicchiere per me è sempre mezzo pieno! 

A questo punto prendiamo il Water Bus da Asakusa che percorre il Sumida in direzione dei Giardini Hamarikyu, che si trovano nel nuovissimo quartiere di Shiodome; circondato da alti grattacieli il parco è caratterizzato dalle maree che modificano di volta in volta lo scenario. 

Proseguiamo per il vicino Tokyo World Trade Center: il suo nuovissimo Osservatorio offre un panorama a 360° sulla città illuminata, sui giardini sottostanti, la Tokyo Tower, la Tokyo Bay… 

La sera ci vede in un pub giapponese a Shinjuku, una delle cene più divertenti, il gruppo incomincia a familiarizzare e siamo anche tutti più entrati nel mood orientale.
 
La mattina seguente, la linea Chuo Line della JR, con treno shinkansen ci porta verso Kyoto, la durata del viaggio è di  ca 2H40.

Di fatto siamo nella città culturale e artistica  più importante dell’intero Giappone.
La prima tappa è Fushimi Inari, raggiungibile in maniera molto semplice con la stazione JR Inari, a solo cinque minuti dalla stazione di Kyoto sulla linea JR Nara.
Bellissimo il tunnel costruito con migliaia di porte torii di color rosso acceso che dal tempio conduce nella foresta e fino alla cima del monte Inari, che raggiunge un’altezza di 233 metri sopra il livello del mare.
Piove ma non mi lascio predere dallo sconforto, voglio raggiungere la cima, la maggior parte dei colleghi rimangono giù, io seguita da un “coraggioso” collega, vivo appieno questo luogo davvero magico e unico nel suo genere.
 
Il tempo non è clemente, fa molto freddo, raggiungiamo anche i – 6 gradi, ma siamo decisi a vedere il più possibile.
Le strette vie di Gion, hanno ancora un potere suadente, il quartiere è tuttora caratterizzato dalla presenza di case giapponesi in vecchio stile, e sono state per secoli i luoghi di incontro tra le geishe e gli uomini di affari.
Le case da tè invece restano teatro di intrattenimenti serali, cocktail, performances musicali, canti, balli e giochi. 

Ancora oggi è possibile scorgere delle geiko che si muovono eleganti lungo le strade di Gion, visitando lo splendido Santuario Yasaka e la sua Pagoda e le antiche strade di Pontocho.
Accanto alle antiche stradine, ad esempio Hanami Lane e Ichiriki Chaya, si trovano arterie più moderne.
Un tratto del fiume Shirakawa è costeggiato da case tradizionali affacciate direttamente sull’acqua e accessibili attraversano dei piccoli ponti.

Il quartiere è stato erroneamente scambiato per una zona a luci rosse, quando in realtà non è nulla di tutto questo, e le geishe sono da sempre considerate delle fini intrattenitrici, mai delle prostitute. Il via vai delle geiko e delle maiko, apprendiste geishe, che escono dalle loro abitazioni per recarsi nei luoghi dei loro appuntamenti, è ancora oggi uno dei fattori più caratteristici di questo quartiere, soprattutto nelle ore serali.
Siamo stanchi e un po’ provati, e un locale intimo ci invita a riscaldarci un attimo abbandonandoci a un buon bicchiere di birra.
Poi il cammino prosegue, e la cena è a Gion, nella versione shabu shabu.

L'indomani siamo tutti molto ansiosi di vedere e apprezzare una delle zone più iconiche di Kyoto, il Kinkakuji, o Padiglione d’Oro, inserito in una splendida cornice, si specchia in un laghetto nominato Kiokyo e le montagne circostanti gli fanno da perfetto scenario. 
Il nome del tempio deriva dalla foglia d’oro con cui è ricoperto il padiglione, ad esclusione dei sotterranei: l’oro ha infatti un forte valore simbolico di purificazione da ogni tipo di inquinamento o pensiero negativo ed è inoltre perfetto a creare un particolare riflesso sullo stagno, grazie alla luce del sole.
La pagoda, che si articola su tre piani, contiene inoltre le reliquie del Buddha.
Il tempio di Kinkakuji , insieme agli altri monumenti di Kyoto, rientra nel patrimonio Unesco.

Proseguiamo a piedi verso un altro emblema di Kyoto: il Tempio Ryoanji con il suo giardino zen, il luogo perfetto per la meditazione. 

La bellezza e l’importanza culturale del tempio e dei suoi giardini sono riconosciuti sia a livello nazionale che mondiale, tanto che sono stati classificati tra i Monumenti Storici della Kyoto Antica e dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Lo step successivo potrebbe riguardare tante e altre suggestive esperienze, ma decidiamo di concentrarci su Arashiyama. 

La Foresta di Bambù, il suo tempio Tenriuji e la passeggiata verso il Ponte Togetsukyo mi "parlano" di una natura rigogliosa, in cui regna un’atmosfera quasi incantata. In questa oasi di pace in cui gli unici suoni che irrompono il silenzio sono lo scorrere del fiume Ōi,  e il cinguettio degli uccelli, la mente riposa con la sola compagnia dell’immagine di spettacoli emozionanti in ogni stagione: allora in un attimo, chiudo gli occhi, e vedo la primavera con i fiori dei ciliegi dai loro colori delicati, l'autunno con gli aceri che "dipingono" a calde tinte il paesaggio.
Pian piano la giornata volge al termine e la cena non mi entusiasma, forse la stanchezza forse perchè avremmo potuto scegliere un posto decisamente migliore.... il letto mi chiama fortemente come il pensiero verso la giornata che a distanza di poche ore vivrò con emozione e intensità. 

Infatti ecco finalmente la partenza per Nara, utilizzando la JR Nara Line (JR Pass).

Dalla stazione Kintetsu pochi minuti a piedi o dalla stazione JR in circa 15 minuti, ecco il parco all’interno del quale spicca l'antico tempio Todaiji, buddista e costruito circa 1300 anni fa; al suo interno si trova la statua di Buddha in bronzo più grande del mondo.

Simpatico è il piccolo “buco” alla base di un pilastro in legno da dove si può passare per avere la buona sorte; qui stranamente, non mi cimento, lascio spazio ai miei colleghi che con successo si “accaparrano” forse una buona dose di fortuna.
Sempre all’interno del Parco, che è la prima zona che vi consiglio di visitare quando arrivate a Nara, ammiriamo il Kasuga Taisha, un santuario shintoista con all’interno molte lanterne in pietra, il tempio Kofukuji in cui è presente tra le altre cose una pagoda a 5 piani, il Nara National Museum, i giardini Isuien e Yoshikien ed un po’ di altre cose meno rilevanti.
Dalla stazione Kintetsu verso sud in circa dieci minuti, si trova l’interessante piccolo quartiere di Naramachi, strade in cui tutto è mantenuto come un tempo, con case tradizionali, negozi, caffè e ristoranti e qualche piccolo museo. In questa zona si trova il tempio Gangoji, il primo tempio buddista di tutto Giappone.

Poco fuori da Nara si trovano ancora vari edifici che vale la pena visitare, il più visitato ed interessante è il tempio Horyuji, uno dei tempi più antichi del Giappone.
 
Gli amanti degli animali non potranno non essere rapiti dalla dolcezza dei cervi del parco di Nara, simbolo della città, sono riprodotti addirittura sui tombini delle strade ed è piuttosto facile vederne degli esemplari che girano liberamente per i diversi parchi della città.

Secondo la leggenda sono messaggeri dei kami, e dunque esseri sacri. In passato, chi uccideva un cervo a Nara era punibile con la pena capitale.
Oggi i cervi di Nara sono stati dichiarati “Monumenti Naturali” e si calcola che vi siano circa 1.200 esemplari, che si cibano dei particolari cracker rotondi fatti apposta per loro, chiamati Shika-Senbei.

Rientrati a Kyoto, decidiamo di passeggiare per il Nishiki Market , pittoresco e storico mercato dove poter trovare un’enorme varietà di cibi; non sono una persona che si abbandona facilmente ai gusti nuovi, anzi e in particolare allo street food, oggi molto di moda.
Qui però avrei assaggiato e mangiato l 'inverosimile, ma purtroppo mi sono limitata al takoyaki.
Sono delle polpette fatte con una pastella ed all’interno pezzi di polipo,semplicemente meravigliose, e poi ricordo il sapore delle castagne incredibilmente grandi e gustose, per non parlare dei dolci, che ho trovato ottimi ovunque.

Dopo questa divertente esperienza, specie per il palato, opto per fare un ultimo step culturale, mi divido dalla maggior parte del gruppo, e con tre colleghe curiose almeno quanto me, visitiamo SANJUSANGENDO.
Apparentemente, dal fuori, l’edifico si presenta in maniera del tutto anonima, ma non fatevi confondere, vi stupirà al suo interno!

Il nome “sanjusan”, la cifra sacra al buddismo “33”, rinvia al numero di intervalli tra i pilastri che sostengono la sua architettura in legno.
Accoglie una grande statua della dea e, insieme a lei, mille altre rappresentazioni di legno ricoperte con foglie d’oro.
La visione è particolare e suggestiva, un intero universo buddista protetto da ventotto divinità, e garantito contro “tutto e tutto”, anche perchè le fotografie sono vietate!
Ora l’appetito si fa davvero sentire e dopo ca due km a piedi approdiamo in un locale tipico frequentato solo da giapponesi dove consumiamo una gustosissima zuppa di ramen che ci costa "la bellezza"di € 7, bibita compresa!
Siamo euforiche di questa giornata, e quasi felici per il poco tempo che ci rimane per una doccia prima della cena, evento più unico che raro.
Dopo poco siamo di nuovo a Poncho, presso un ristorante di sushi di eccellente qualità, come il buon vino, quale serata migliore per salutare questa affascinante città?

Ormai siamo giunti quasi al termine di questa avventura.
La mattina seguente il treno shinkasen ci riporta a Tokyo per la nostra ultima giornata, che nella prima parte è libera.
Piove molto, ma non ci demoralizziamo.
Ci dividiamo per gruppetti e dopo aver visitato, con davvero poco entusiasmo da parte mia, i regni della tecnologia e dell’elettronica a Ikebukuro, mi ritrovo a Ginza, il regno dell’eleganza e del lusso.
Un paio di negozi, giusto per ripararsi dall’incessante pioggia, e subito puntuali all’appuntamento per vivere l’esperienza presso uno dei tanti maid caffè ospitati dalla città.
Ci accoglie una graziosa maid, cameriera in stile vittoriano-francese che indossa trine e merletti sull’abito corto e con le maniche a palloncino.
Il contesto che ci si presenta è surreale, con un trionfo di colori pastello che spaziano dalle pareti al pavimento, le sedie sono ornate con soffici cuscini, di colore rosa e fucsia, da un momento all’altro mi aspetto che si materializzi Hello Kitty!
Alle pareti foto di cuccioli e di personaggi dei fumetti, senza dimenticare lustrini e piumaggi vari, sempre in tinta col resto degli arredi.

Per noi delle orecchiette da indossare, tanti "coniglietti" italiani pronti per questo “teatro nel teatro” .
Di fatto a ciascun cliente viene offerta la totale devozione, attraverso gesti e frasi di massimo rispetto, esattamente come avverrebbe all’interno di una nobile abitazione privata del 1800.
Tutto ciò garantisce al cliente di sentirsi a proprio agio ma non sono assolutamente tollerate proposte o atti sessuali di alcun tipo. 

I maid cafè sono più che altro rivolti ad una clientela di otaku, persone che spesso hanno difficoltà ad avere relazioni con il sesso opposto, che vengono stuzzicati solo psicologicamente dalle cameriere con frasi incredibilmente gentili.

Non siamo abituati ad un simile approccio, non mancano perplessità e risate soprattutto quando la maid, portando le consumazioni al tavolo, pronuncia la frase di rito Moe moe kyun, mentre muove le mani sulle bevande, è un “incantesimo” volto a migliorarne ulteriormente il sapore e ci invita a imitarla!
All’interno del Maid si paga tutto, dalle foto con le cameriere, all’intrattenimento che viene da loro offerto e anche qui i prezzi sono variabili, una foto decorata dalla maid può costare attorno ai 3 euro.

Immancabile anche il balletto, almeno noi ne abbiamo goduto la visione, anche qui tanta meraviglia e non poca curiosità verso questo bizzarro aspetto dell'intrattenimento giapponese.
Il modo migliore per trovare il Maid giusto è quello di girare per le strade e farsi “catturare” dalle ragazze in costume, i più frequentati del momento sono quelli della catena Akihabara, nell’omonimo quartiere: trattasi di locali frequentati da tutti, bambini compresi, anche se nella sostanza si rivolgono soprattutto all'utenza maschile... ma le donne non devono temere!

A Ikebukuro o Shibuya ci si potrà imbattere in un Butler Café, troverete dei camerieri di ottima presenza pronti a farvi sentire come delle principesse!

L’ironia ma anche l'appetito, ci travolgono, la merenda ci ha aperto lo stomaco e siamo pronti per la nostra cena a base di kobe a Odaiba.
Qui non si può fare ameno di ammirare il magnifico ponte che collega l’isola artificiale al resto della città.

Il Rainbow Bridge si presenta nel suo massimo splendore, in particolare al tramonto, quando le luci del ponte si accendono e tutto diventa magico.
La statua della libertà, eretta nel 2000, è solo una delle centinaia di repliche presenti nel mondo e ci regala foto suggestive, come la splendida vista sulla baia.

Una serata che ci porta verso la fine di questo viaggio nel modo migliore: penso sinceramente, pur non essendo io particolarmente amante della carne, che ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, debba assaggiare la prelibatezza del manzo di kobe, un bovino dal manto nero, lucidissimo, di razza Tajima, selezionato e fatto crescere in ambienti dove lo stress non esiste, alimentato con fieno, riso e grano, coccolato e viziato, cotto rigorosamente alla griglia o in mancanza, alla piastra...
tenera gustosa un sapore senza pari...


Riflessioni
 
Mai come questa volta ho impiegato così tanto tempo nello scrivere/descrivere un viaggio…
”I sogni son desideri” questa frase mi è stata consigliata da un mio carissimo collega, facendo riferimento alla mia continua voglia di cercare di capire, di trarre sempre il meglio da ogni esperienza.
Non posso nascondere il fatto che in prima battuta non mi sia piaciuto.
Sono una donna di emozioni, che solitamente colgo subito; ringrazio la mia passione per lo scrivere e raccontarmi, perchè con essa ho potuto rivedere con calma le foto, sorridere di me e di loro, ma soprattutto capire meglio questo affascinante Paese.
Certamente non lo annovererò fra i miei viaggi migliori, forse ciò dovuto anche a una mancanza di accorgimenti e soprattutto esperienze non vissute, che io reputo fondamentali.
Inoltre non amo, forse perchè le mie abitudini di vita fortunatamente sono ben diverse, avvalermi di continuo dei mezzi pubblici, metro treno bus, indipendentemente dall’efficienza o meno degli stessi.
Per un simile Paese occorre prepararsi su più fronti, quello innanzitutto culturale, perchè le guide, per me da sempre un grande valore aggiunto, costano davvero molto.
Penso che per molti la passione per questa destinazione incominci da anime, manga, videogiochi, tutte cose che non mi interessano nè appassionano.
Ho avuto la percezione che spesso qui si voglia scappare dalla vita reale, i ritmi di lavoro sono elevatissimi ed è ben evidente la poca elasticità mentale, a volte l’eccessiva importanza al controllo e alla forma...
Sono tutte caratteristiche da cui sono sempre scappata, che mi lasciano sempre un po’ interdetta.
Comunque da persona curiosa quale sono, non ho potuto fare a meno di notare molto altro, che mi ha aiutata a capire quanto questo Popolo sia unico al mondo in tante cose.
Ad esempio, specie in queste giornate di autentico gelo, non so cosa darei per sedermi su un loro water riscaldato, con tanto di musica e getti d’acqua!
Ho apprezzato i coin locker, comodissimi armadietti all’interno di ogni stazione, la puntualità dei mezzi, la stravaganza degli ”spingitori”, figure che spingono i pendolari nel treno per farne stare il più possibile. 
Ho sorriso di fronte ai capsule hotel di Tokyo, cioè luoghi dove si può riposare sostanzialmente restando in un “loculo” poco più grande di una bara; si perde il treno? Questa la chance, negli ultimi anni sono sempre di più le persone che pur lavorando non hanno una casa tutta loro e dormono ogni notte nei capsule hotel o negli internet cafè e manga kissa.
Quest’ultimi sono dei locali dove si può navigare in internet oppure leggere fumetti manga, tra una collezione di migliaia di volumi, il clima è davvero molto particolare.
Tokyo, dopo un primo a approccio da vero e proprio "parco tematico" in cui tutte le rappresentazioni sono possibili, mi è piaciuta, l'ho rivissuta nei miei ricordi e ritengo che ognuno dei suoi 23 quartieri abbia qualcosa di interessante da raccontare e trasmettere, soprattutto se pensi alla pace dei suoi curatissimi parchi e giardini che "placano" la frenesia della quotidianità cittadina.
Mi è dispiaciuto non vedere l'asta dei tonni al mercato di Tsukiji, negli ultimi anni l'orario si anticipa sempre più, l'ideale sarebbe "fare serata" fino almeno alle due, per poi appunto dirigersi verso questo angolo di Tokyo sorprendente... inutile dirlo, qui il pesce è di qualità eccellente e infinite sono le code per uno spuntino.
Tante e bizzarre peculiarità, che non appartengono alla nostra cultura, che mi hanno strappato più di un sorriso, come il fatto di non soffiarsi mai il naso in pubblico, nè di baciarsi, di non fumare per strada quando nei locali è consentito…
L’educazione… disarmante per un popolo di “incivili” come noi, basti pensare al rispetto delle code, ve ne sono ovunque, e loro lì rispettosi e soprattutto silenziosi! In tutti i tragitti fatti con il treno bus metro, non ho mai visto nessuno rispondere ad una chiamata del cellulare, parlare… anche solo bisbigliare… e poi ecco che la sorpesa arriva: mangiare cibi bollenti come il ramen “ succhiando” e facendo parecchio rumore…!!!
La cucina è un aspetto che mi ha conquistato, quando si parla di Giappone subito lo si associa anche al sushi, ma fortunatamente Lui sa offrire molto di più: dal ramen citato sopra, al certo ottimo sushi e sahimi, dalla tempura al tonkatsu, ai soba, agli udon, all’esperienza okonomiyaki, tutti intorno ad una piastra rovente! Praticamente è una specie di “pizza” fatta con una pastella con farina e acqua a cui si aggiungono ingredienti vari che possono essere carne, pesce e verdure, credetemi una vera delizia.
Come non ricordare anche yakitori, spiedini di carne di pollo (ma non solo), cotti alla griglia oppure la pentola che bolle spesso divisa in due parti una con un brodo più saporito (Sukiyaki) e uno più leggero (Shabu Shabu), pronto ad accogliere i pezzettini di carne che a breve verranno cotti e accompagnati da contorni di verdure.
Non si parla inglese, quindi è evidente una certa difficoltà nel capirsi, ma alla fine ci destreggia nei limiti di una richiesta “normale” e poco impegnativa; i giapponesi sono diffidenti e riservati, ma al contempo gentilissimi e cordiali.
Non è un Paese caro come lo si immagina, sempre tornando al discorso cibo, puoi trovare la soluzione adatta ad ogni portafoglio, sta a voi decidere!
Tornando all’aspetto quasi manicale del senso del dovere e del fare la cosa perfetta, ho sorriso molto quando ho acquistato tre splendide bamboline di lacca: ca mezz'ora per far capire alle gentilissime commesse che il conto fosse unico con altre due colleghe e che per le confezioni, sembra loro grande passione, bastasse qualcosa di più semplice e veloce... niente da fare, in Giappone qualsiasi strada intrapresa, non può essere cambiata e si va dritti dritti...
Questo Paese è fatto di sfumature, che vanno colte ad una ad una con la calma e la serenità che richiede.
Il mio è stato un tour de force, a cui sono mancate appunto... le sfumature, gli accorgimenti che spesso rendono un Viaggio davvero unico e speciale.
Troppi pochi giorni per coglierne la vera esseza o cmq per catturare quel qualcosa che in ogni Viaggio mi fa battere il cuore, indipendentemenrte dalla cultura e dalla natura che possa offrire.
Ecco perchè non consiglio mai il classico giro, anche a coloro che hanno pochi giorni come me, scegliete altro!
Il Giappone va goduto giorno dopo giorno e penso valga la pena anche rinunciare a volte ad una "banale" estensione mare proprio per dedicarsi a Lui completamente.
Ho visto foto meravigliose, partecipato a work shop entusiastici che hanno trasmesso la bellezza della parte feudale, la spiritualità del monte Koya, la sorpresa del mare interno, la commozione dei nostri giorni con Hiroshima, la fatica ben ripagata di percorsi di trekking in zone di natura ancora incontaminata dove il tempo pare si sia fermato, di un fly & drive ad esempio su una delle sue isole, Hokkaido che in "sol colpo", riesce a sintetizzare la vera essenza naturalistica di questo Paese con onsen vulcani e il resto... immaginatelo!
Certamente ritornerò , mi sono persa tutto questo e molto di più, non è mai bello iniziare a leggere un libro che sta per "prenderti" e interromperlo a metà...

Sono certa che Voi Popolo di Viaggiatori leggerete per intero tutto il libro, un bestseller imperdibile...
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Autore: Anna di Bona

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