La patria dell’Unicorno: Edimburgo.

Dal 29/10 al 01/01.

Anche quest’anno è arrivato il tempo del NOSTRO viaggio, mio e di Matilde, regalo del suo compleanno.
 
La data è sempre quella, il  classico Ponte autunnale, quello del 1 Novembre: ci si ricorda dei nostri cari, defunti, ma forse ancora di più… ahimè di Halloween, festa che non ci appartiene ma che abbiamo imparato a scimmiottare molto bene, come altre cose del resto…
 
Comunque questa atmosfera “spettrale” a Matilde piace molto ed è proprio per questa ragione che ho scelto Edimburgo, città misteriosa e affascinante al tempo stesso.
 
Alla partenza non avevo grandissime aspettative, qualche racconto, qualche commento che si riferiva al fatto che sia piccola, forse tre/quattro notti un po’ troppe...
 
E’ proprio vero che ognuno di noi vive la destinazione a proprio modo, con la sua emozionalità ed energia.
 
Siamo partite con un comodo volo easyjet, questa volta nessuna levataccia, atterrate puntuali per l’ora di pranzo.
 
Il comodissimo shuttle pagato 20 sterline andata e ritorno, ci ha portato nel giro di mezz’ora in centro: ho prenotato il Motel One Princess Street e mai scelta fu cosi azzeccata! Camera con vista città perchè da tempo ho imparato che una camera con vista gradevole, anche se poco sfruttata, rallegra il cuore, e nel nostro specifico caso ci fa dimenticare la stanchezza devastante che ci assale al ritorno dai nostri giri, interminabili e stimolanti.
 
Il pomeriggio del primo giorno lo utilizziamo per fare un po’ di shopping, lo avevo promesso a Matilde e nella luminosa e lunga Princess Street ci divertiamo facendo dentro e fuori dai negozi, e comprando anche qualche felpa per questo inverno che da noi tarda ad arrivare.
 
Dal secondo giorno, siamo impegnatissime: dall’Italia ho prenotato ben tre visite, che si sono rivelate davvero interessanti.
 
Alle 09.15 Alessandra ci accoglie con un sorriso e tanta voglia di farci conoscere questa sorprendente città.
 
La passeggiata, durata oltre tre ore, ci fa ripercorrere tanti passi della storia, a noi sconosciuta: differenze ad esempio religiose,  ci hanno molto colpito, importantissime perchè hanno condizionato fortemente gli eventi politici di quell’epoca, tra cattolicesimo protestantesimo e presbiteranesimo; infatti grande importanza ebbe la chiesa di Scozia fondata da J. Knox nel 1560 , che riposa proprio davanti a St Giles.
Tomba anonima la sua, all’interno di un parcheggio, segnalato con una certa discrezione...
Percorriamo le vie del centro con entusiasmo, perchè ancora una volta il valore umano, la professionalità e la passione hanno il sopravvento su un’anonima guida della lonely planet, certo utile ma incapace di raccontare aneddoti peculiari o semplicemente di trasmettere l’essenza del luogo.
 
E’ stata una scelta azzeccatissima, specie per Matilde: ho visto via via crescere la sua curiosità, il suo desiderio di vedere il più possibile.
Ci siamo dispiaciute molto per la vita poco felice e direi sfortunata di Maria Stuarda, ma a parte il generale arricchimento culturale, è stato bellissimo anche ripercorrere anche un po’ di  luoghi conosciuti all’autrice del personaggio fantasioso a cui noi siamo tante affezionate: il mago Harry Potter, qui  J. K. Rowling, amava passeggiare prendendo ispirazione da luoghi, paesaggi, atmosfera e soprattutto dai nomi incisi sulle lapidi.
Infatti non a caso proprio l’acerrimo nemico di Potter, Voldemort, non è altro che Tom Rider, nome appunto preso da una lapide ubicata nel famosissimo cimitero di Greyfriars Kirkyard.
 
Il lato oscuro di questa città ci affascina  molto e si trova proprio in parte qui,  pensando “allo spirito rumoroso” di Mackenzie che ordinò la strage dei presbiteriani: presso la “Covenanter’s Prison” tanti subirono le tremende condizioni climatiche dell’inverno scozzese e non solo: torture, umiliazioni fisiche e psicologiche.
Ci appare quasi logico e scontato che tanta sofferenza, morte violenta e ingiusta, rendano questo luogo uno dei siti più famosi al mondo per attività paranormali, tanti gli episodi raccontati e vissuti; pertanto non è poi così assurdo pensare che i fantasmi dei covenanters, escano dalla prigione e rivendichino la propria ingiusta morte prendendo d’assalto il black mausoleum in cui è sepolto il loro carnefice Mackenzie.
Ma qui vi sono storie anche belle come quella del cagnolino Bobby, che aspettò qui per ben 14 anni, il ritorno del suo padrone...
 
L’Old Town continua a lasciarci scorci appaganti, che parlano di periodi oscuri, di Medioevo, di Religione, conflitti, di nobiltà e povertà:
Grass Market in cui si era soliti fare le esecuzioni, che ospita anche il pub più antico di Scozia, Victoria Street, la lunga Royal Mile che assume nome diversi a seconda del punto in cui ti trovi a camminare, ci parlano di un’epoca lontana e grazie anche alla brava Alessandra noi siamo lì, ci mancano solo i vestiti dell’epoca...
Nel XVI e  XVII secolo, Edimburgo era conosciuta anche come “ la città puzzolente”: il centro storico conta tantissimi Closes, veri  e propri vicoli che si diramano dall’arteria principale: io sinceramente avrei trascorso un’intera giornata a cercarli, identificarli, per trovarmi  in corti suggestive e ben conservate o per utilizzarli semplicemente  “come scorciatoia” per arrivare in questo o quell’altro punto della città, o semplicemente per sedermici all’interno e fantasticare sulla vita di quel tempo, di come dovessero essere affollati e maleodoranti: gente poverissima, spesso anche criminale, in compagnia di animali di ogni tipo, sporcizia, escrementi che pervenivano anche dalle case della ricchezza al grido “Gardy Loo!";  di notte i closes venivano chiusi, e qui trovarono la morte migliaia di persone, durante un importante e devastante incendio.
Il Lago Nor Loch, ora gli attuali Giardini di Princess Street, era di fatto la discarica di tutto questo e fonte d’acqua potabile allo stesso tempo…
 
Notiamo come alcune chiese presbiteriane, come fonte di sostentamento, ospitino anche bar, bistrot, cosa abbastanza impensabile per la nostra cultura cattolica.
Io e Matilde rapite dal racconto, dalle tante notizie storiche e non, decidiamo di prenotare la visita al Mary king’s close, un vicolo della Royal Mile, che fu testimone della misera vita di tante persone afflitte dalla povertà e dalla peste; visioniamo diverse abitazioni, in una di queste si rifugiò anche Maria Stuarda, Regina tanto famosa quanto sfortunata; immaginiamo l’umidità, a volte il terrore misto a disperazione, e di come potesse essere la vita di una qualsiasi bambina dell’epoca, qui si parla della piccola Annie, che sembra non trovi pace all’interno del Close, perchè abbandonata qui dai suoi genitori in quanto affetta da peste; tante le bambole e le offerte a lei dedicate, e noi di certo non ci sottraiamo a questo rituale, che va periodicamente in beneficenza.
 
Usciamo che sono già le 18.00, fa freddo, e abbiamo tanta fame; scegliamo di mangiare una bella steak, e optiamo per Miller & Carter Steak House, che premieremo per ben due volte, considerata l’ottima qualità e il buon rapporto qualità prezzo.
 
L’indomani con una certa tranquillità, in fondo siamo in vacanza! Ci dirigiamo verso il castello per la visita guidata: ancora una volta pensiamo di avere fatto la scelta giusta.
Professionalità preparazione ed entusiasmo ci coinvolgono e  il Castello per non ha più segreti!
Nel pomeriggio decidiamo di allontanarci un po’, prendendo un bus di linea, il nr 22, abbiamo voglia di mangiare qualcosa di diverso… non sono mai stata l’italiana in vacanza, anzi! ma abbiamo troppa voglia di provare un locale, la Favorita, che infatti non ci delude: mangiamo due pizze fantastiche, meglio di quelle a cui siamo abituate …in quelli di Como.
In tal modo ne approfittiamo per vedere un’Edimburgo diversa da quella medioevale, popolare, qui c’è il porto ma soprattutto lo Yacht Reale Britannia, che però decidiamo di non visitare, Matilde ha voglia di “libertà”, di andare dove ci portano le gambe e il bus!
 
 
Il giorno seguente, in primissima mattina, che ci saluta ancora con una temperatura fredda ma con un tempo soleggiato mentre in Italia sono giorni che continua a diluviare, decidiamo di godere del cielo azzurro su Calton Hill, la famosissima collina su cui sorge anche il simbolo di Edimburgo, mai concluso e per questo definito “vergogna della città”, molto simile al Partenone di Atene, e  l’osservatorio della città con il Monumento a Nelson: su quest’ultimo non siamo salite perchè in tutta sincerità la vista dalla collina, meravigliosa, è quasi identica…
 
Holyrood, la dimora estiva della Regina, che chiude dalla parte opposta rispetto al Castello, la Royal Mile, ci accoglie con la sua signorilità; tutta la zona ci colpisce per la tranquillità e il tanto verde: il parco è bellissimo e invita a qualsiasi tipo di attività fisica.
 
Per la sera, dopo la nostra seconda lodevole steak, siamo prontissime per fare rientro in tempo utile per il nostro tour dei fantasmi, guidato da Giordano.
E’ la sera di Halloween e ancora una volta si conferma l’impressione che ho già avuto: scimmiottiamo più noi qui che non coloro che hanno questa ricorrenza come vero e proprio fenomeno culturale e storico.
Comunque tutto il percorso, che facciamo con una temperatura non troppo clemente, è davvero affascinante e misterioso; ripercorriamo nuovamente tutta la storia della cittaà, sia felice che non, arricchita però da quei miti, quelle leggende a cui gli abitanti di Edimburgo credono fortemente; d'altronde non è un caso che qui ci sia una cattedra in parapsicologia, nel Dipartimento di Psicologia dell’Università.
Tanti  gli aneddoti, che includono anche le torture dell’epoca, devo dire non prive di fantasia, e una riflessione sulla condizione della donna a quel tempo: la caccia alle streghe segna profondamente questo buio periodo, il lago Noch oltre a escrementi e immondizia ospitava anche i cadaveri di gente torturata e giustiziata senza motivo …
Il cimitero di Calton Hill non ci spaventa di notte, anzi, è tutto per noi cosi surreale e divertente. 
Al rientro mettiamo a punto il programma dell’ultimo giorno, guardiamo le previsioni, che sono ancora favorevolissime, quasi da non credere! considerata la piovosità della destinazione…
 
Dopo un’abbondante colazione in un bar di Rose Street, decidiamo di attraversare i Princess Street Gardens, che dividono di fatto la Old Town dalla New Town.
L’azzurro del cielo, i meravigliosi colori dell’autunno che ci accompagneranno durante tutta la giornata, ci infondono allegria e spensieratezza,  che non proviamo cosi da tempo.
Da qui ci incamminiamo verso una tappa un po’ insolita, poco battuta, che si rivelerà l’icona di questo nostro viaggio: il Dean Village e Stockbridge, quest’ultima la raggiungiamo costeggiando il Water of Leith: tante le foto che catturano la pace e serenità del luogo nonchè scorci di natura ancora incontaminata… panchine al sole che ci vedono complici e felici, momenti unici che ricorderemo per sempre…
Stockbridge ospita un delizioso mercato e da qui raggiungiamo il giardino botanico: un rapido giro, che ci regala anche l’avvistamento di più scoiattoli, ci mostra nuovamente l’amore per la natura, degli Scozzesi.
 
Ora posso dire che siamo davvero esauste e optiamo per il bus nr 27, che ci riporta in New Town.
 
Ormai siamo giunte al termine di questo Viaggio: un ceck out molto rapido è l’ultimo atto.
 
All’appello mancano i musei: come in molti sanno, amo in prima battuta più osservare la gente, i luoghi all’aperto, ogni angolo di ciascuna Città che mi prefiggo di visitare… non so,  forse perchè penso che abbiano molte più cose da raccontare così, d’altronde per me il primo impatto è sempre fondamentale.


Ho amato tutto di Edimburgo: la sua storia, il suo fascino, il suo intramontabile mistero, i cimiteri, che mi hanno regalato attimi di grande pace interiore, e che si rivelano degli autentici parchi in cui passeggiare, leggere, consumare un pic nic, e poi la cordialità e simpatia dei suoi abitanti: non  credevo di trovare una simile ospitalità…
ma ho amato soprattutto TE dolce Matilde, una lacrima, e forse più, sullo shuttle che ci porta versa l’aeroporto per il volo di rientro, scende dal tuo bel viso
…Come darti torto? Siamo in silenzio, ho il cuore pieno di felicità e tante immagini di questo Viaggio che ci ha portate ad essere ancora più complici e vicine.
Il Paese simboleggiato dall’Unicorno, metà umano metà divino, che rappresenta la purezza, innocenza, forza, nobiltà ma anche virilità e umiltà, ci ha fatto vivere un’indimenticabile favola...
 
Anna
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Autore: Anna di Bona

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