Il pensiero dei clienti.
Solo ora, dopo alcuni giorni dal nostro rientro in Italia ci rendiamo conto veramente cosa abbiamo vissuto. Atterrati ad Hanoi dopo aver fatto scalo a Singapore io e mia moglie Elena veniamo trasportati all’hotel designato in attesa di conoscere la guida locale ed il gruppo che con noi condividerà questo tour. Presentazioni di rito, via alla volta della visita della città, piove, ci tocca un giro in rickshaw, perfettamente riparati dalla pioggia veniamo catapultati nel traffico caotico ma al tempo stesso sincronizzato come un orologio svizzero. La passeggiata, prosegue poi a piedi sotto la pioggia incessante attorno al Lago della Spada. La cena gustosa e sorprendente ci accompagna e ci introduce in nuovi sapori e ci delizia con colori spettacolari. Nulla comunque che ci esalti. Il giorno successivo la mattinata ci impegna in una visita per il mercato, un corso di cucina presso una famiglia locale bello e divertente, nel pomeriggio il Tempio della letteratura e alla sera in completa autonomia ci dirigiamo verso Train street dove attendiamo il passaggio del treno gustando un Caffè all’uovo dal sapore unico. Non male ma, tutto qui? Si tutto qui, il Vietnam è entrato nelle vene, non ci accorgiamo, non ce ne rendiamo conto ma già siamo inconsapevolmente stregati dalla vita apparentemente normale ma straordinariamente fuori dagli schemi. Avanti così, Ninh Binh e la sua riserva naturale, in barca e poi in bicicletta ottima esperienza, pranzo superbo, gustoso. Alla sera massaggio in una Spa, relax allo stato puro, pannicelli e pietre calde riscaldano il corpo e la mente. Partenza per la baia di Ha Long, crociera spettacolare, coccolati, serviti e riveriti. La lezione di Tai Chi all’alba ci riempie di energia, ultime foto e via alla volta di Yen Duc per uno spettacolo di marionette sull’acqua. Troppo semplici? Forse. Geniali? Certamente. E nel frattempo la goccia sta scavando. Ma il meteo? Sin qui poca pioggia, le previsioni hanno sbagliato. Tempo soleggiato ed un po’ freschino al calar del sole, va bene così. Volo interno da Hanoi a Danang, lasciamo la nostra guida Cuong preparata, professionale, gentile ma al tempo stesso ferma nell’impartire le direttive per tutto il gruppo, premurosa ma al tempo stesso rigorosa, il gruppo va domato sin dall’inizio. A Danang tutt’altra guida, ad aspettarci c’è Minh, non si può non volergli bene sin da subito, è un peluche fatto a persona, un orsacchiotto che con i suoi difetti di pronuncia ci regala un italiano perfettamente comprensibile ma con una melodia ed un timbro che vorresti ascoltare per ore, la goccia scava, scava. Una menzione particolare qui va anche all’autista Bang, un ragazzino dal sorriso disarmante, premuroso nell’aiutare tutti, così come abile guidatore, mai una sbavatura. Via alla volta di Hoi An la città delle lanterne, stupende, qui lo shopping è d’obbligo, iniziano le estenuanti trattative, in tasca abbiamo milioni di Dong, in effetti pochi euro ma il bello sta proprio in questo. Di sera Hoi An è magia pura peccato piova, ma è magico anche così. Il giorno successivo Hue, My Son, “la bella montagna” poi la “cittadella imperiale”, “Thien Mu Pagoda, Le tombe imperiali e tanto altro ancora. Con dovizie di particolari Minh è travolgente, coccoloso, un’attenzione per tutti, non puoi non volergli bene, vorresti portarlo con te a casa o perlomeno per tutto il viaggio rimanente, non si può, Minh è la goccia che scava la pietra. Cosa aspettarsi dopo un pranzo in cui abbiamo provato a cucinare degli involtini con germogli di soia e gamberetti? Ma è ovvio invece di un digestivo un bel massaggio ai piedi. Da Hue si vola alla volta di Ho Chi Minh City (Saigon). Qui si apre tutto un mondo di contrasti pazzeschi, pensavamo di aver visto il traffico più caotico e rocambolesco ad Hanoi ma qui è dieci, cento, mille volte di più. Sino a notte fonda migliaia di scooter ed automobili si intrecciano come la trama e l’ordito di un telaio, perfetti nel loro proseguire lento ma costante ognuno incurante dell’altro ma attento a non nuocere all’altro. La goccia cade continua sulla pietra. La storia Vietnamita è unica non sto a dilungarmi, il popolo resiliente, mai domo, ha più volte chinato il capo ma mai si dato per vinto, lo si percepisce in tutte le persone che, magari ti osservano serie, non sono loro che per prime sorridono ma se gli sorridi allora contraccambiano felici ed iniziano a parlarti nella loro lingua come se tu fossi il più esperto traduttore. Mattinata dedicata alla visita dei cuniculi di Cu Chi e pomeriggio al museo della guerra, maledetta guerra. Faccio un passo indietro. Saigon è una città pazzesca, va percorsa in lungo ed in largo rigorosamente a
piedi, sia di giorno che di sera per cogliere tutte le sue mille sfaccettature. Siamo stremati, felici, i momenti “wow” sono tanti, la stanchezza consiglierebbe di andare a dormire ma l’adrenalina ti dice “cammina, corri, vola” !!! Da Ho Chi Minh si vola a Siem Reap in Cambodia, arriviamo in serata, è buio, non c’è modo di avere una visuale limpida, fa caldo il giusto siamo contenti. Il mattino seguente, dopo colazione ( a proposito in Vietnam è d’obbligo la loro zuppa “Pho” o i loro panini “Banh mi” in uno dei tanti chioschetti per la strada dove si fermano i locali prima di andare al lavoro) a base di spaghetti di riso e pesce o ravioli ripieni, si parte alla volta dei templi di Angkor Thom e Angkor Wat. Previa sosta presso l’ufficio del turismo per la foto da apporre sul pass ci incamminiamo attraverso monumentali templi immersi in una verdeggiante foresta e attorniati da fossati grandi quanto dei laghi. Tappa a Ta Phrom tempio inghiottito dalla foresta. Cena con cocktail e spettacolo di Aspara, le loro tipiche danze. La mattina successiva fuori l’hotel ci aspettano i tuk tuk per portarci nella campagna a contatto con i contadini e villaggi tipici. Ci fermiamo presso una pagoda e riceviamo la benedizione da parte di un monaco. Tuc, tuc, tuc la goccia scava, lenta ma inesorabile e noi, roccia, siamo ormai segnati, scavati e poco importa se fa caldo, se siamo stanchi, se i piedi fanno male ci spiace solo che il tempo non possa essere fermato. Al pomeriggio, visita alla “Cittadella delle donne” e aperitivo al tramonto su di una risaia. E’ sera ci godiamo il momento, non abbiamo nemmeno fame, partiamo alla volta dell’Old Market e successivamente entriamo per Pub Street piena di locali, una sorta di luna park tra locali bar e ristoranti. Pensiamo a cosa fare il giorno successivo avendo mezza giornata libera, riposare ed alzarsi in un orario “decente”? Manco morti, sveglia alle 6, colazione, e via alla volta del mercato diurno. In tuk tuk? Manco per idea, si va a piedi, perché? Perché “succede sempre qualcosa di meraviglioso” e allora cammin facendo ci imbattiamo in un matrimonio locale. Veniamo invitati a rimanere, noi facendo foto agli sposi ed agli invitati, loro facendo foto a noi. Esperienza superlativa. Raggiungiamo poi il mercato, la reggia, la pagoda principale e in assoluta libertà ci sentiamo far parte del mondo cambogiano siamo parte di loro, loro sono parte di noi. Purtroppo, è tempo di rientrare, il volo per Singapore prima e Milano poi sono vicini. Questi giorni sono volati ma ripensandoci sono stati scanditi da un suono lento e costante, il suono della goccia che inesorabile cade sulla roccia e piano piano la scava. Grazie ad Anna che ci ha sopportato e supportato nella scelta e nella stesura di questo programma di viaggio. Non è il primo fatto con Lei e non sarà nemmeno l’ultimo, già sappiamo. Anna è la nostra goccia che piano piano scava la pietra della curiosità e la voglia di vivere il mondo che è in noi. Alla prossima dunque…